=> Al Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek
=> Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
=> Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
=> Al Presidente della Camera Gianfranco Fini
=> Al Presidente del Senato Renato Schifani
=> Al Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino
=> Al Ministro della Giustizia Angelino Alfano
=> Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi
=> Al Ministro della Salute Ferruccio Fazio
=> All'Avvocato Generale Ignazio Francesco Caramassa
=> Al Prefetto di Matera Giovanni Francesco Monteleone
=> Al Questore di Matera Gianfranco Bernabei
=> Al Questore di Messina Carmelo Franco Maria Gugliotta
=>Al Questore di Bari Giorgio Manari
=> Al Questore di Padova Luigi Mario Francesco Savina
=> Al Questore di Roma Giuseppe Caruso
=> Al comando della Guardia di Finanza di Matera
=> Al comando dei Carabinieri di Matera
=> Al Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo
=> All’assessore della Salute della Regione Basilicata
Egregi Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino,
mi chiamo Sacco Eustachio ed abito a Matera. Vi scrivo quest'e-mail per parlarVi dei 20 anni che ho passato come carcerato all'interno dell'Istituto Dermatologico “Immacolata” di Roma. Questa clinica era l'unica al mondo dove fosse possibile usarmi come cavia per studiare la malattia rarissima di cui soffrivo ma, per entrare, ho dovuto farmi raccomandare dall'arcivescovo di Matera del tempo. Consegnai la lettera di Monsignore all'Istituto, ma come risposta mi dissero che le raccomandazioni non valevano niente. Visto che mi era stato vietato l'accesso all'Istituto anche con una raccomandazione, mi spogliai e feci vedere a tutti le macchie presenti sul mio corpo. Dopo essermi rivestito mi fu detto di accomodarmi in una sala d'attesa e, dopo qualche minuto, fui circondato da una moltitudine di scienziati ed essi, pensando che la malattia fosse causata da un tumore maligno, mi diedero dai 6 mesi ai 2 anni di vita. Uno di essi, basso di statura ma grande nello spirito, mi disse che, se fossi stato ricoverato, avrebbero impiegato molto tempo per studiare la mia malattia. Accettai le sue condizioni grazie alla mia grandissima voglia di guarire e non essere più considerato dagli altri come un mostro. Quel giorno, però, cominciò il viaggio all'inferno. Dopo 2 giorni, gli scienziati organizzarono un congresso per parlare della mia malattia. Dalle ore 7.30 fino a tarda sera ogni settimana gli scienziati parlavano di me e della mia malattia. Per me c'era solo una ciotola di latte, mentre gli scienziati si rilassano e gli venivano serviti pranzi abbondanti. Questo si è ripetuto ogni settimana per 20 anni! Io volevo solo guarire! Grazie a Dio, ogni tanto mi era concesso tornare a casa per un mese. In 20 anni hanno effettuato sul mio corpo 45 biopsie e milioni di analisi e ho partecipato a 50 congressi nazionali, 20 europei e 5 mondiali! Finalmente sono riusciti a classificare la mia malattia: si tratta della reticulosi isteiocitaria benigna lichenoide papulare nodulare granulare di Winkelmann Müller. Alla fine dei conti, però, il risultato era che avevo buttato 20 anni della mia vita perchè tutt'ora gli scienziati non sanno come curare questa malattia. Vi dico questo perchè un giorno il dott. Simoni mi disse di andare dal direttore, il prof. Cavalieri, il quale, offrendomi un succo di frutta, mi disse di firmare, con l'inganno, dei fogli per far si che fosse possibile continuare le ricerche sulle cavie umane grazie ai fondi provenienti da non so dove. L'Istituto riceveva miliardi di Lire per usarmi come cavia umana, ma io non ricevevo mai un centesimo quando partecipavo ai congressi! A stento ricevevo da mangiare! Potrei scrivere migliaia di libri sul periodo che ho passato all'IDI! Un ragazzo ha passato lì 20 anni nella speranza di guarire, ma nel suo corpo sono state create soltanto ulteriori lesioni! La mia vita è stata bruciata!
Egregio Avvocato Generale Ignazio Francesco Caramassa,
La faccio consapevole che questo è ancora l'inizio del mio calvario! E questo è solo il succo di ciò che mi è successo all'IDI! Potrei parlare all'infinito dei 20 anni che ho passato in questo carcere! Io sono soltanto una vittima! Si vergogni! Voglio infine ricordarle che il contagio non mi è stato causato da trasfusione di sangue infetto, bensì da somministrazione, senza la dovuta informativa personale, di medicinali sperimentali quali Ergan, Trilergan fiale, Mixogno, DDS 50 mg e Synacthen fiale, chimicamente composti con emoderivati infetti, dolosamente e strumentalmente usandomi come cavia. Cosa pensa leggendo le parole “doloso” e “colposo”? Si ricordi inoltre che non ho mai ricevuto l'aumento dell'indennizzo che attendo da anni. Dove sono finiti i miei soldi? Non solo quelli dell'indennizzo, ma anche quelli che mi spettano per essere stato usato come cavia umana! È inutile che cambia le leggi ogni minuto! Nel mio corpo sono state create gravissime lesioni interne! Anche se Lei non presta attenzione a quest'e-mail, io verrò a trovarla in sogno! Rispetti il diritto alla salute umana!
Attendo da Voi una risposta. Se volete contattarmi chiamate i numeri 3397671429 o 3397671430 oppure visitate il sito http://redellasanita.blogspot.com . Distinti saluti.
Matera, lì 12/08/2010
Eustachio Saccoa
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