=> Al Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek
=> Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
=> Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
=> Al Presidente della Camera Gianfranco Fini
=> Al Presidente del Senato Renato Schifani
=> Al Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino
=> Al Ministro della Giustizia Angelino Alfano
=> Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi
=> Al Ministro della Salute Ferruccio Fazio
=> All'Avvocato Generale Ignazio Francesco Caramassa
=> Al Prefetto di Matera Giovanni Francesco Monteleone
=> Al Questore di Matera Gianfranco Bernabei
=> Al Questore di Messina Carmelo Franco Maria Gugliotta
=>Al Questore di Bari Giorgio Manari
=> Al Questore di Padova Luigi Mario Francesco Savina
=> Al Questore di Roma Giuseppe Caruso
=> Al comando della Guardia di Finanza di Matera
=> Al comando dei Carabinieri di Matera
=> Al Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo
=> All’assessore della Salute della Regione Basilicata
Egregio Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
mi chiamo Sacco Eustachio ed abito a Matera. Le scrivo quest'e-mail per parlarLe del periodo che ho passato nel reparto di Clinica Dermatologica dell'Università di Padova. Inizio parlando della durata del mio ricovero: sono entrato circa alla fine di Luglio '74 e sono stato dimesso alla fine dell'anno, ma sulla cartella clinica hanno scritto che sono entrato il giorno 18/11/1974 e sono stato dimesso il giorno 21/12/1974. Hanno dichiarato il falso! Il direttore, il prof. Giuseppe Rabito, dopo avermi fatto firmare alcuni fogli mi ha abbracciato e mi ha dato il Bacio di Giuda. Parte delle cartelle cliniche, inoltre, non erano neanche firmate dai medici che mi utilizzavano come cavia! Per capire il perchè di ciò, il mio medico curante mi mandò dal direttore, il quale mi disse che l'avevano fatto per non avere problemi con la Regione Veneto. Essa, mi fu inoltre riferito, non aveva risorse economiche sufficienti per sperimentare farmaci come il Mixogon sul mio corpo. Voglio inoltre illustrarLe gli effetti collaterali di questo farmaco nocivo per la salute umana: per un ora, a partire dalla somministrazione, provavo freddo, tremavo, avevo convulsioni che mi sollevavano dal letto di 40-50 cm, allucinazioni, febbre oltre i 40° C. Il farmaco mi veniva iniettato da una ricercatrice di cui non ricordo i connotati, bionda e molto alta. Per smaltire il veleno del farmaco ed evitare danni renali, mi facevano bere 15 litri di acqua per 36 ore. Dopo 10 giorni dall'accaduto, il medico che si “curava” di me mi ha portato in un altro reparto dell'università, mi ha fatto stendere su un piano di marmo e, insieme ad altri suoi colleghi, mi hanno prelevato del sangue e mi hanno iniettato 10 mg di un farmaco dal colore rosso, di cui non conosco il nome. Dopo mezz'ora, si è ripetuta la stessa scena per ben due volte. I campioni del mio sangue sono stati tutti depositati in un laboratorio. Arrivato quasi Natale, chiesi al direttore di dimettermi per avere la possibilità di passare il Natale con la mia famiglia. Egli mi dimise il giorno 21/12/1974 e mi disse che, quando fosse arrivata una lettera a casa, sarei dovuto ripartire a spese dell'università per partecipare ad un congresso europeo. Il 24/02/1975 arrivò la lettera e, arrivato all'università, sono stato circondato da tantissimi scienziati, ai quali interessava più la mia salute che il congresso. Essi controllarono se avessi subito lesioni alle ossa e agli occhi. Vedendo ciò dissi ad un professore che mi ero recato li per il congresso e gli chiesi perchè mi controllassero le ossa e gli occhi. Egli mi rispose di non preoccuparmi e che stavano controllando se i farmaci mi avessero danneggiato. Capendo dove i medici volessero andare a parare, il giorno 25/02/1975 ho chiesto le dimissioni e sono tornato a casa. Essi volevano abusare del mio corpo! Non capivano niente! Hanno rubato la mia salute! Non hanno rispettato il diritto alla salute umana!
Egregio Avvocato Generale Ignazio Francesco Caramassa,
mi rivolgo a Lei. Se Lei subisse ciò che ho subito io capirebbe cosa significa ciò! Capisca questo: il contagio non mi è stato causato da trasfusione di sangue infetto, bensì da somministrazione, sena la dovuta personale informativa, di farmaci sperimentali quali Ergan, Trilergan fiale, Mixogon, DDS 50 mg e Synacthen fiale, chimicamente composti con emoderivati infetti, dolosamente e strumentalmente usandomi come cavia. Solo capendo queste poche righe capirebbe ciò che ho subito! Voglio dirLe inoltre un'ultima cosa: rispetti il diritto alla salute umana!
Attendo da Voi una risposta. Se volete contattarmi chiamate i numeri 3397671429 o 3397671430. Distinti saluti.
Matera, lì 10/08/2010
Eustachio Sacco
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